DR Automobiles investe 50 milioni: ad Anagni nasce il secondo polo dell’auto italiano
È in corso una svolta industriale di rilievo nel panorama automobilistico italiano: DR Automobiles Groupe, guidato da Massimo Di Risio, ha annunciato l’acquisizione dello stabilimento ex Saxa Gres di Anagni, in provincia di Frosinone, con l’obiettivo di trasformare l’ex fabbrica di gres porcellanato in un moderno polo produttivo di automobili. Con un investimento di 50 milioni di euro, l’azienda molisana si appresta a dare vita al secondo grande sito produttivo del settore automotive nazionale, dopo Stellantis, rilanciando la manifattura italiana in una zona storicamente vocata all’industria.
Il passaggio da un’attività legata alla produzione di materiali ceramici a quella automobilistica rappresenta un cambio di paradigma radicale per la provincia di Frosinone. Lo stabilimento Saxa Gres, che per anni ha prodotto gres porcellanato per esterni, è ora al centro di un ambizioso progetto industriale volto a realizzare SUV, crossover e veicoli ibridi ed elettrici, con un occhio di riguardo alla sostenibilità e alla componente tecnologica italiana ed europea.
Massimo Di Risio ha comunicato recentemente ai sindacati metalmeccanici che l’incontro decisivo con il Ministero del Made in Italy si terrà entro la prima settimana di agosto, dando così un’accelerazione al progetto di riconversione industriale. Questa operazione segna il passaggio da un modello di semplice assemblaggio di veicoli importati in kit dalla Cina a un processo produttivo integrato, con produzione interna e valorizzazione della filiera italiana.
Francesco Borgomeo, imprenditore noto per aver rilanciato la Marazzi Sud nel settore della ceramica, è parte integrante di questo percorso, sebbene la sua esperienza recente abbia dovuto fronteggiare difficoltà legate alla crisi energetica e alla pandemia, che hanno colpito duramente il comparto ceramico italiano. La vendita dello stabilimento ex Saxa Gres a DR Automobiles rappresenta un passo cruciale per dare continuità occupazionale ai circa 80 dipendenti e rilanciare un’area industriale strategica.
Con i 50 milioni di euro stanziati, di cui una parte significativa proveniente dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), DR Automobiles punta a fare di Anagni il secondo cuore produttivo dopo il sito storico di Macchia d’Isernia. Quest’ultimo attualmente assembla modelli importati già al 70%, mentre la nuova fabbrica sarà dedicata alla produzione completa, con componenti italiani e tecnologie innovative per veicoli ibridi ed elettrici.
L’operazione rappresenta la più grande iniziativa industriale del gruppo dal 2006, anno della sua fondazione. Tutti i dipendenti dell’ex Saxa Gres saranno riassorbiti, garantendo continuità lavorativa e prospettive di crescita occupazionale in un territorio che ha sofferto la crisi della manifattura. Il progetto prevede che i primi veicoli completamente costruiti ad Anagni vedano la luce già nel 2026, accompagnati dalla produzione di componentistica per veicoli a basse emissioni, segmento in piena espansione.
Nonostante sia spesso sottovalutata, DR Automobiles è ormai un protagonista di primo piano nel mercato nazionale. Nel 2024 ha raggiunto una quota del 2,58% del mercato italiano, superando alcuni colossi storici, e nei primi sei mesi del 2025 ha immatricolato oltre 14.000 veicoli. Il fatturato del gruppo ha superato i 700 milioni di euro, con un incremento del 52% rispetto all’anno precedente, grazie anche a una strategia commerciale efficace e al potenziamento della rete di vendita e assistenza.
Il gruppo, che oggi impiega più di 500 dipendenti, ha in programma il lancio di nuovi modelli e il rilancio di marchi storici come Itala e OSCA, riportando alla ribalta eccellenze del motorismo italiano. La missione di Di Risio rimane quella di coniugare prezzi accessibili con design accattivante e innovazione sostenibile, puntando a rafforzare il made in Italy nel settore automotive.
La scelta di Anagni non è solo industriale ma anche strategica: la provincia di Frosinone, colpita dalla crisi della manifattura e dal fenomeno della delocalizzazione, si prepara a riconquistare un ruolo centrale nella produzione nazionale. Questo rilancio potrebbe inoltre fungere da volano per nuovi investimenti nella filiera della componentistica, logistica e tecnologia per batterie, contribuendo a un vero processo di reindustrializzazione.
Il passaggio da semplice assemblatore a produttore integrato è uno degli snodi più importanti per DR Automobiles. Finora, lo stabilimento di Macchia d’Isernia riceveva veicoli quasi completi dalla Cina, limitandosi al montaggio e alla personalizzazione; il nuovo impianto di Anagni permetterà di realizzare internamente tutte le fasi di produzione, riducendo la dipendenza dai mercati asiatici e aumentando il valore aggiunto creato in Italia.
Parallelamente, l’attenzione alla sostenibilità ambientale si traduce nell’adozione di tecnologie green e nell’impiego di energie rinnovabili, in linea con le sfide globali e le politiche europee. Questo approccio rappresenta una risposta concreta a chi vede nella manifattura tradizionale un settore destinato a scomparire, dimostrando invece come innovazione e tradizione possano coesistere e generare valore.
Francesco Borgomeo, noto imprenditore attivo nel settore ceramico, continua a sostenere con forza la manifattura in Ciociaria, nonostante le difficoltà legate alla crisi energetica e alle speculazioni sul prezzo del gas che hanno colpito duramente il comparto. Con investimenti ingenti e una visione orientata all’economia circolare, Borgomeo ha mantenuto operativi gli stabilimenti di Roccasecca e Anagni, garantendo il lavoro a oltre 250 dipendenti.
La riconversione del sito di Anagni è un esempio tangibile di come sia possibile innovare e resistere alle sfide di un mercato globale in rapido cambiamento. Le produzioni green, la sostenibilità e la valorizzazione del capitale umano sono alla base di un progetto che guarda al futuro, affrontando apertamente le difficoltà legate alla crisi finanziaria e alle speculazioni energetiche.
La messa in sicurezza dei posti di lavoro, l’assenza di fondi pubblici diretti per Anagni e Gualdo Tadino, e la determinazione nel perseguire un modello industriale stabile e innovativo rappresentano un messaggio forte per il sistema produttivo italiano, che potrebbe trovare in questa esperienza un modello da replicare.