Meloni punta su Sicral 3: 767 milioni per la rete satellitare nazionale sicura
In un momento storico in cui la sovranità digitale e la sicurezza delle comunicazioni sono questioni centrali per la difesa nazionale, il governo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di puntare su una rete satellitare interamente italiana, autonoma e indipendente da operatori esteri. Il progetto, denominato ufficialmente Sicral 3, è destinato a diventare la spina dorsale delle telecomunicazioni governative italiane, sia in scenari di crisi che in ambito civile.
Il 17 luglio 2025, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha presentato alla Camera uno schema di decreto volto a rafforzare i requisiti di sicurezza per le comunicazioni spaziali di interesse governativo. Tra le misure previste vi è il lancio e la messa in orbita di una costellazione di satelliti dedicati, con una dotazione finanziaria complessiva che ha raggiunto 767 milioni di euro per il periodo 2025-2028, in netto aumento rispetto ai 590 milioni stimati nel 2022. Questo incremento è giustificato dall’esigenza di innalzare i livelli di sicurezza e dai maggiori costi connessi ai lanci spaziali.
Il programma, inserito nel documento «Programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento» (Smd 01/2025), prevede la messa in orbita di due satelliti geostazionari entro il 2028. Questi satelliti opereranno sulle bande UHF, SHF e presumibilmente militari Ka, assicurando comunicazioni criptate in ogni condizione, anche in assenza di infrastrutture terrestri. La gestione della costellazione sarà affidata direttamente al Ministero della Difesa, senza coinvolgimento di operatori civili o soggetti privati, e sarà integrata nei sistemi di comando della NATO.
Non si tratta di un progetto ex novo, ma di un’evoluzione di una linea di sviluppo iniziata oltre vent’anni fa con i programmi Sicral 1 e Sicral 2, quest’ultimo realizzato in cooperazione con la Francia e lanciato nel 2015. La grande novità è l’assoluta nazionalità del progetto: i satelliti saranno costruiti da Thales Alenia Space Italia, la gestione sarà di competenza di Telespazio, mentre il controllo operativo sarà affidato al VI Reparto dello Stato Maggiore della Difesa, con centri di comando situati a Vigna di Valle e nel Centro spaziale del Fucino.
La scelta di puntare su una rete satellitare di Stato è la risposta italiana alla crescente importanza strategica delle comunicazioni satellitari, evidenziata in particolare dalla guerra in Ucraina, dove il controllo delle reti spaziali ha avuto un ruolo cruciale. La linea politica del governo Meloni è netta: niente dipendenza da costellazioni satellitari private, come Starlink di Elon Musk o eventuali alternative offerte da altri magnati del settore. Lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva espresso in dicembre 2023 la sua preoccupazione riguardo al ruolo dei grandi oligarchi nello spazio, sottolineando i rischi di contropotere associati ai sistemi satellitari con implicazioni militari.
Il programma Sicral 3, quindi, rappresenta una scelta di sovranità digitale totale, con investimenti finanziati esclusivamente dal bilancio ordinario del Ministero della Difesa, senza ricorrere a fondi straordinari o ai finanziamenti del PNRR. L’obiettivo non è la vendita di servizi commerciali, ma la protezione delle comunicazioni strategiche dello Stato italiano.
Il progetto ha anche un valore politico e militare rilevante. La definizione precisa dei ruoli tra industria, gestione operativa e controllo militare testimonia la risoluzione delle tensioni emerse all’inizio del 2025, quando si era aperto un acceso dibattito interno su una possibile collaborazione con operatori privati come Starlink. La controversia aveva coinvolto anche il Quirinale, con una richiesta di incontro avanzata da Elon Musk e declinata dal presidente Mattarella.
Oggi, invece, il progetto Sicral 3 segna un ritorno del controllo strategico alle istituzioni italiane. A Palazzo Baracchini, sede del Comando delle Forze Armate, la gestione della rete satellitare è tornata saldamente nelle mani della Difesa, a garanzia della sicurezza nazionale e della coesione con gli alleati della NATO.
Il ministro Crosetto, figura chiave di questa iniziativa, ha sottolineato come il programma rappresenti un investimento fondamentale per la modernizzazione delle capacità spaziali italiane, ponendo l’Italia tra i pochi Paesi in Europa a disporre di un sistema satellitare governativo autonomo e sicuro, capace di operare anche in condizioni di crisi o isolamento delle infrastrutture terrestri.
Giorgia Meloni, alla guida del governo dal 22 ottobre 2022, e Guido Crosetto, ministro della Difesa dalla stessa data, sono quindi protagonisti di una strategia incentrata sulla sovranità nazionale digitale e sulla sicurezza militare, in un contesto internazionale sempre più complesso e caratterizzato da sfide tecnologiche e geopolitiche inedite.