
Ora puoi riparare facilmente qualsiasi cosa grazie al Kintsugi: -tuttofisco.it
Il Kintsugi, l’antica tecnica giapponese di riparazione ceramica con l’oro, continua a conquistare il mondo grazie al suo profondo valore simbolico e alla sua estetica unica.
Questa tradizione, che fonde artigianato e filosofia, rappresenta oggi un movimento globale non solo nel campo del restauro artistico, ma anche nel design contemporaneo e nella cultura popolare.
Il termine Kintsugi nasce dall’unione di “kin” (oro) e “tsugi” (riparare) e descrive una pratica che utilizza la lacca combinata con polvere preziosa – oro, argento o platino – per unire i frammenti di ceramica rotti. Questa tecnica rende visibili le crepe, trasformandole in veri e propri dettagli decorativi, esaltando l’imperfezione come valore estetico e simbolo di rinascita.
La filosofia del Kintsugi va oltre la mera riparazione materiale: è un invito a riconoscere la bellezza nella fragilità e nelle cicatrici, un concetto profondamente radicato nella cultura giapponese e simbolicamente applicabile anche alla vita umana. In Giappone, offrire una bevanda in una tazza riparata con questa tecnica è un gesto di rispetto e devozione verso l’ospite, sottolineando come le imperfezioni non solo non diminuiscano il valore, ma anzi lo arricchiscano.
Kintsugi: significato, filosofia e impatto culturale
Questa pratica è diventata un potente emblema di resilienza, celebrata anche in ambiti artistici e culturali al di fuori del Giappone. Nel mondo della musica, ad esempio, Lana Del Rey ha dedicato una canzone intitolata “Kintsugi”, in cui riflette proprio su temi di fragilità e bellezza, mentre in letteratura sono disponibili numerosi volumi che ne approfondiscono storia e significato filosofico.

La tecnica tradizionale del Kintsugi è complessa e richiede materiali particolari come la lacca urushi, difficilmente reperibile fuori dal Giappone, e polveri di metalli preziosi. Tuttavia, negli ultimi anni è cresciuto il fenomeno del Kintsugi fai da te, che rende accessibile questa pratica anche a chi non è un esperto artigiano.
Per il fai da te si utilizzano resine epossidiche bicomponenti miscelate con pigmenti metallici dorati o argentati, più economici e facilmente reperibili. Questi materiali garantiscono un risultato duraturo e dall’aspetto simile alla tecnica originale, pur senza la stessa complessità.
Il procedimento è semplice: i frammenti di ceramica si assemblano secondo la loro posizione originale e si incollano usando la colla epossidica miscelata con il pigmento metallico in proporzione di circa 3:1. È normale che la colla fuoriesca leggermente dalle giunture, e questo contribuisce a rendere evidenti le “cuciture” dorate, elemento caratteristico del Kintsugi. Quando mancano alcuni pezzi, i vuoti possono essere riempiti con la stessa colla dorata, creando un effetto decorativo unico.
Per facilitare l’avvicinamento a questa tecnica sono disponibili kit completi contenenti tutto il necessario, dalla colla dorata già pronta agli strumenti per la lavorazione, che stanno riscuotendo grande successo tra appassionati di bricolage e design.
Il fascino del Kintsugi ha ispirato numerosi designer e brand di alto livello che hanno reinterpretato questa arte tradizionale in chiave moderna. Tra i progetti più innovativi spicca la collezione Seletti Kintsugi, firmata dal designer Marcantonio, che propone oggetti di uso quotidiano come vasi e piatti decorati con venature dorate che richiamano la tecnica giapponese.
Anche il settore dell’interior design ha accolto il Kintsugi con entusiasmo: la carta da parati Jannelli&Volpi riprende le linee e i colori della tradizione, combinando tinte forti come il rosso e il blu a nuance più delicate come panna e grigio, arricchite da dettagli in polvere d’oro, argento e bronzo. Questi elementi creano un dialogo tra la raffinata cultura giapponese e la classicità europea, portando in casa un simbolo di bellezza che valorizza l’imperfezione.
Nel campo delle superfici e dei rivestimenti, la maison italiana Ceramica Fioranese ha lanciato la linea “Kintsugi Hibi Fog”, caratterizzata da piastrelle effetto cemento impreziosite da inserti metallici lucenti che evocano la poeticità della riparazione con l’oro. Questi pavimenti in gres porcellanato rappresentano un esempio perfetto di come il Kintsugi possa fondersi con materiali e tecniche contemporanee, portando un messaggio di rinascita e sostenibilità nell’architettura moderna.
L’arte del Kintsugi, quindi, non solo valorizza l’imperfezione ma si traduce in un linguaggio estetico e simbolico versatile, capace di attraversare epoche, culture e ambiti creativi, dall’artigianato alla moda, dal design d’interni alla musica e alla letteratura.
Con la sua filosofia profonda e il suo aspetto visivo unico, il Kintsugi rappresenta oggi un modello di bellezza sostenibile e consapevole, capace di trasformare il recupero e la riparazione in un vero e proprio atto d’arte e di vita.