Regione Lombardia, palazzo inutilizzato da un anno costa 344mila euro l’anno ai cittadini

Un imponente edificio di proprietà della Regione Lombardia, situato in via Don Minzoni nel quartiere Bovisa, risulta praticamente inutilizzato da oltre un anno, nonostante sia stato acquistato per una cifra di quasi 7 milioni e mezzo di euro. Il palazzo, che conta sette piani più due interrati, continua a generare costi elevati a carico dei cittadini lombardi, senza offrire servizi o ritorni economici evidenti. A denunciare questa situazione è stato Nicola Di Marco, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Lombardia, che ha definito questa situazione come un grave spreco di risorse pubbliche.

L’acquisto e la gestione dell’immobile

Nel 2008, l’edificio fu acquistato da Lombardia Informatica, la società regionale dedicata al digitale poi confluita in Aria spa, che ancora mantiene la sua insegna all’esterno dell’immobile. Il prezzo d’acquisto ufficiale ammonta a 7 milioni e 435 mila euro più IVA, una somma considerevole che avrebbe dovuto tradursi in un utilizzo efficiente e una valorizzazione adeguata del patrimonio immobiliare pubblico.

Fino a luglio 2024, la struttura era locata a Gpi Spa, che la utilizzava come sede milanese. Tuttavia, dopo la scadenza del contratto, l’edificio è tornato nella disponibilità di Aria senza che la Regione avesse predisposto un piano alternativo per valorizzarlo o affittarlo nuovamente. Attualmente, infatti, l’unica presenza stabile è un data center gestito da Aria per servizi regionali, con tecnici informatici che vi accedono saltuariamente.

Costi ingenti nonostante il mancato utilizzo

La criticità più evidente riguarda i costi di gestione, che continuano a gravare sulle casse pubbliche nonostante il palazzo sia semi-vuoto. Nel primo trimestre del 2025, Aria ha sostenuto spese per manutenzione pari a 14.299 euro, pulizie per 3.725 euro, vigilanza per oltre 50 mila euro e energia elettrica per più di 18 mila euro. Complessivamente, solo nei primi tre mesi dell’anno, i costi hanno superato gli 86 mila euro, con una proiezione annuale che si attesta intorno ai 344-350 mila euro.

Questi dati sottolineano il paradosso di un investimento importante, che però non produce alcun servizio concreto per i cittadini e rappresenta un onere continuo per il bilancio regionale.

La ricerca di soluzioni e le tempistiche lunghe

L’interrogazione e l’attenzione di Nicola Di Marco hanno messo in luce che la Regione non potrà risolvere rapidamente questa situazione. Aria ha avviato infatti un lungo percorso per definire possibili scenari di valorizzazione dell’immobile, ma le analisi richiederanno mesi. È stato siglato un accordo con l’Agenzia delle Entrate per acquisire una perizia sul valore di alienazione del palazzo, con un impegno economico di circa 5.685 euro. Il ritorno di informazioni è previsto entro la fine del 2025.

Parallelamente, è in fase di formalizzazione un incarico per uno studio di fattibilità affidato a Intellera Consulting, il cui costo supera i 55 mila euro, esclusa IVA. Anche questo studio dovrebbe completarsi entro fine anno, con tempi simili a quelli dell’Agenzia delle Entrate.

Di fatto, prima della fine del 2025 la Regione non avrà a disposizione le informazioni necessarie per prendere decisioni concrete sul futuro dell’immobile. Considerando che l’ultimo utilizzo pieno risale a luglio 2024, si prospetta un anno e mezzo di inutilizzo e spreco.

L’accusa di inefficienza e spreco

Nicola Di Marco non ha nascosto la sua preoccupazione e il suo sgomento: «Apprendiamo con disappunto dell’ennesimo fallimento di Aria, ormai nota più per i suoi flop che per i servizi resi ai lombardi. Questo palazzo rappresenta l’ennesimo monumento all’inefficienza della Regione Lombardia, dove si acquistano immobili per poi lasciarli in stato di abbandono, con costi di gestione a carico della collettività che paga per non ricevere alcun servizio. Le risorse non mancano: a sprecarle sono coloro che hanno la responsabilità di amministrarle».

Il capogruppo M5S denuncia così una gestione poco efficiente del patrimonio pubblico, che si traduce in oneri economici ingiustificati per i cittadini lombardi e in un mancato sfruttamento di beni che potrebbero essere valorizzati e messi a servizio della collettività.


Nicola Di Marco, attivista del Movimento 5 Stelle dal 2011 e consigliere regionale dal 2018, ha dedicato particolare attenzione alle tematiche dell’efficienza amministrativa e alla gestione del patrimonio pubblico regionale. Nel suo mandato, ha spesso denunciato sprechi e inefficienze, proponendo misure per una maggiore trasparenza e una migliore valorizzazione dei beni pubblici. Il caso del palazzo di via Don Minzoni si inserisce in un quadro più ampio di riflessione sulla necessità di una rigenerazione delle politiche immobiliari della Regione Lombardia, per garantire servizi reali e un uso responsabile delle risorse pubbliche.

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Redazione